Cosa vuol dire fare SEO? Guida aggiornata 2023
Fare SEO è fondamentale per una strategia di Web Marketing: il tuo sito web sarà più search-friendly sia per gli utenti che per i motori di ricerca come Google.
26-08-22
Marco Guada
#CSS, #CDN, #PERFORMANCE
- 1. Cos’è il SEO?
- 2. il tuo sito è raggiungibile dai motori di ricerca?
- 3. Nascondi i contenuti che non vuoi indicizzare
- 4. Come dire ai motori di ricerca di indicizzare le tue pagine?
- 4.1. Utilizza Google Search Console
- 4.2. Invia la tua sitemap a Google Search Console
- 4.3. Creare contenuti con titolo e slug univoci e pertinenti
- 4.4. Utilizza la meta descrizione <meta name=”description”>
- 4.5. Struttura la pagina con i tag heading <h1> <h2> <h3>
- 4.6. Aggiungere il markup per i dati strutturati
- 4.7. Cos’è schema.org e gli structured data?
- 5. Ottimizza tutto: struttura, contenuti, immagini e codice!
- 6. TOC – Table of Content per spezzare il tuo testo
- 7. Migliora i tuoi contenuti tenendo a mente i tuoi utenti
- 8. Ottimizza e comprimi le immagini (peso + attributi)
- 9. Analizza il tuo traffico e i tuoi utenti con Google Analytics
- 10. Monitora le prestazione del tuo sito con LightHouse e GTMetrix
- 11. Ricordati di Google Search Console
- 12. Black hat SEO e White hat SEO
Cos’è il SEO?
La Search Engine Optimization o SEO, è un processo fondamentale con il quale ti assicuri di raggiungere il traffico giusto, sia in termini di quantità che di qualità!
Senza nulla togliere agli SEO specialist, ormai diventati una “professione” vera e propria per non dire degli evangelisti (spesso di chiacchere e teorie o datate o campate per aria), scrivo questa guida per far luce e chiarezza ai nostri utenti e clienti e nella speranza di condividere qualche esperienza e suggerimento utile.

Dizionario e Glossario del SEO
Visita il nostro Dizionario del SEO, un glossario con molti dei termini utilizzati nei nostri articoli e nel search engine optimization di tutti i giorni.
il tuo sito è raggiungibile dai motori di ricerca?
Inizio subito a dire che la SEO si basa su piccoli interventi per migliorare il traffico e la presenza online, questo vuol dire che puoi provare a fare i tuoi piccoli esperimenti e metterci mano sin da subito!
Non ti serve però il titolo di SEO specialist per capire cos’è la SEO e quali sono i benefici per te e il tuo sito web, iniziamo subito allora! Con questa guida toccheremo molti dei vari aspetti della Search Engine Optimization nonché il rovescio della medaglia: l’analisi del tuo traffico e dei contenuti.
Inizia da questa domanda:
Prova subito, vai su google.it e inserisci come ricerca
site:marco-guada.com
site:nome-del-tuo-sito.it
Cliccando sopra, vedrai i risultati del sito web marco-guada.com estratti dall’indice di Google! Non tutti i siti web e le pagine vengono indicizzate però, a volte un sito può venire ignorato dai crawler dei motori di ricerca o non essere raggiungibile.
Basta un qualche problema di SEO come un noindex errato o una struttura HTML sbagliata, meta descrizioni e titoli insesistenti.. questi poveri spider non scansioneranno mai le tue preziose pagine se non comprendi come strutturare correttamente i contentui e il tuo sito web!
Nascondi i contenuti che non vuoi indicizzare
Le pagine di login, di checkout, oppure i contenuti generati dagli utenti sono pagine che forse preferiresti nascondere ai robots dei motori di ricerca.
Valute bene quali sono le pagine che oltre a essere poco utili ai fini della tua presenza online contengono dati sensibili che non vuoi fare indicizzare! Pensa anche alla User Experience.
l’attributo noindex è qui per aiutarti
Il metodo più semplice è applicare un bel noindex con qualche plugin come RankMath o YoastSEO di WordPress. Se non sei un utente del famosissimo CMS allora potresti pensare di usare il file robots.txt che va inserito all’interno della root principale del tuo sito ma ricordati che non tutti i motori di ricerca ascoltano robots.txt quindi l’uso del tag noindex è sempre indicato!
Non bloccare il rendering del JavaScript o CSS
Non bloccare mai risorse come i file JavaScript e CSS perché i crawler a volte eseguono anche un rendering della pagina e se questa aparisse diversa da come la vede l’utente finale, rischieresti di compromettere seriamente questo processo e ottenere un rank o una valutazione non solo diversa, ma peggiore.
Ecco un articolo molto interessante di Google sul rendering delle risorse nei motori di ricerca.
Come dire ai motori di ricerca di indicizzare le tue pagine?
Inizia lovarando alla struttura gerarchica e all’organizzazione del tuo sito web e dei tuoi contenuti. Un sito web facile da comprendere è meglio non solo per i tuoi utenti ma anche per i motori di ricerca.
Quindi cerca di puntare alla semplicità del design e alla facilità di interazione, non solo un buon design influenza il marketing positivamente ma aumenta la voglia di interagire e di rimanere dei tuoi utenti.
Utilizza Google Search Console
Google Search Console è gratuito, hai sentito bene! È un servizio offerto da Google che ti permette di monitorare e analizzare le pagine del tuo sito nei risultati della ricerca di Google.
Ti mostra dati sulle queries effettuate per trovare le tue pagine
È un validissimo strumento che ti fornisce tutta una serie di utili parametri sui risultati di ricerca e sulle query effettuate come numero di impressioni, click, CTR, posizione media, devices utilizzati, paesi e nazionalità, etc..
Seach Console è utile: riporta pagine 404, errori e problematiche
SC ti permette di capire cosa non funziona, come pagine 404 non raggiungibili, link rotti, pagine con scarsa “Mobile Usability”, insomma segnala errori e fornisce indicazioni su come intervenire per risolverli.
Invia la tua sitemap a Google Search Console
Google Search Console, oltre a fornire una panoramica dello stato di indicizzazione del tuo sito, ti permette ti inviare la Sitemap del tuo sito in pasto ai crawler di Google.
È molto semplice, apri Google Search Console e seleziona il sito web e dominio in alto a sinistra, una volta fatto questo nella barra di navigazione laterale (sempre a sinistra) clicca su Sitemap.
A questo punto ti sarà chiesto di inserire l’URL della sitemap del tuo sito e in poco tempo questa verrà scansionata e i dati a disposizione ti verrano condivisi.

Rimuovere i tuoi contenuti dall’indice con Google Search Console
Lo strumento Rimozioni ti consente di bloccare temporaneamente le pagine dai risultati della Ricerca Google sui siti di tua proprietà.
Per raggiungere questa sezione, sempre da da SC vai sulla opzione “Removals” che si trova sotto a Sitemaps sempre nella colonna laterale!
Creare contenuti con titolo e slug univoci e pertinenti
il title tag è obbligatorio e deve indicare l’argomento
Il titolo, che deve essere solo testuale, non serve solo per essere visualizzato nella barra del titolo della scheda nel tuo browser ma ha anche lo scopo di descrivere e definire l’argomento.
Il <title> tag della tua pagina infatti, viene anche utilizzato dagli algoritmi dei motori di ricerca per decidere l’ordine nell’elencano dei risultati di ricerca, le SERP o Search Engine Results Pages.
Il <title> tag è obbligatorio in tutti i documenti HTML e va messo all’interno del tag <head>, ricordati di fare un titolo di massimo 60 caratteri.
<html>
<head>
<title>Tag Title - sai perché è obbligatorio e importante per il SEO?</title>
</head>
<body>
<h1>Questa è un'intestazione</h1>
<p>Questo invece è un paragrafo</p>
</body>
</html>
Alcuni punti da seguire per scrivere un buon titolo
- ci può essere solo un title tag;
- cerca di stare tra i 50-60 caratteri;
- evita titoli di una o due parole;
- crea un titolo che sia descrittivo e medio lungo, l’importante è essere pertinenti;
- non usare solo keywords concatenate, otterrai l’effetto opposto!
Altri utilizzi del <title> tag
- è il titolo che utilizzano i motori di ricerca all’interno delle loro SERP;
- viene utilizzato come nome del documento nella barra del browser o della scheda;
- viene utilizzato anche quando salvi la pagina sui preferiti.
Utilizza la meta descrizione <meta name=”description”>
Questo, insieme al tag <title> è di fondamentale importanza. È infatti da questa breve descrizione che Google e gli altri motori di ricerca creano gli Snippet delle loro SERP.
A volte viene utilizzato altro testo visibile della tua pagina per lo snippet della SERP
A volte però, se è presente un’elevata corrispondenza tra la query dell’utente e il testo della tua pagina, Google potrebbe decidere di evidenziare e utilizzare un testo differente tratto da quella sezione con maggiore corrispondeza.

La meta description deve essere di massimo 160 caratteri contando anche gli spazi, o per meglio dire 500 pixel (lo spazio o dimensione che Google mette a disposizione che si traduce in 160 caratteri possibili).
Ricorda che la meta descrizione va inserita sempre nel <head> e ce ne può essere soltanto una come il title tag.
La meta description è fondamentale per i tuoi utenti, non solo Google!
È attraverso lo snippet presentato nella SERP che i tuoi utenti capiranno il tema della pagina quindi devi predisporre una descrizione che un riepilogo sì, ma catchy e interessante e allo stesso tempo informativo per l’utente che legge: deve capire se la pagina è pertinente e utile per rispondere alla sua domanda o query!
Struttura la pagina con i tag heading <h1> <h2> <h3>
I tag H1, H2, H3 e avanti così fino ad H6, sono dei tag di intestazione o heading tag, attraverso i quali indichiamo la gerarchia e struttura del contenuto testuale. La loro importanza risiede sia nel valore semantico e che visivo, in genere infatti hanno una font-size che scala in base all’heading tag: H1 è il più grande nonché primario, mentre H6 il più piccolo.
Meglio sia per gli utenti che per i motori di ricerca
Questi heading tags rendono il testo più leggibile e comprensibile sia ai tuoi utenti che ai motori di ricerca: sono degli elementi testuali che ti permettono di organizzare e strutturare le tue pagine in argomenti e sotto argomenti in inglese topic e sub-topic.
H1 è il più importante
Il tag H1 viene utilizzato una volta e classicamente per mostrare il titolo dei blog post e delle pagine (il <title> tag di cui parlavamo sopra). Il tag H2 è usato spesso per i sottotitoli. Ricordati di usarli nell’ordine gerarchico corretto e fare un giusto nesting si questi tag. I tag heading come detto arrivano fino ad H6 ma di rado ti troverai a dover superare l’heading tag H4.
Come usare H1 H2 e altri heading tag correttamente
Il più importante heading tag è l’H1, ricordati come detto sopra di usarlo una volta sola come apertura dell’articolo o pagina. Se dovesse mancare, i tuoi utenti avrebbero sicuramente qualche difficoltà in più nel comprendere il contenuto, come del resto i crawler.
Usali in ordine discendente dal 1 al 6 e struttura i tuoi contenuti in modo da seguire questo ordine di gerarchia che, se ci pensi, è praticamente come quello di un libro!
Aggiungere il markup per i dati strutturati
I dati strutturati, structured data in inglese, sono un modo vantaggioso per guadagnare visibilità e hanno molto benefici come una click through rate più elevata, maggiore visibilità nella ricerca e indicizzazione più rapida.
Applicando il markup corretto per il tuo tipo di contenuto, ti assicuri che i motori di ricerca come quello della famosa Mountain View di Google siano in grado di comprendere il tuo contenuto meglio e più velocemente!
Cos’è schema.org e gli structured data?
Schema.org è un’attività di comunità collaborativa con la missione di creare, mantenere e promuovere schemi per dati strutturati su Internet, pagine Web, messaggi di posta elettronica e altro ancora.
schema.org
schema.org è stato fondato da Google, Yahoo, Microsoft e Yandex con lo scopo di semplificare la vita agli sviluppatori e webmaster nel gestire i dati strutturati, fornendo vari esempi e documentazione, nonchè un servizio di validazione chiamato Schema Markup Validator.
Anche Google offre un aiuto per gli Structured Data Markup
Anche il famoso motore di ricerca offre un servizio per controllare e aiutarti nel configurare questi dati strutturati. Prova a dare un’occhiata al wizard sul sito ufficiale di Google.
Un altro utilissimo tool sempre schema markup JSON-LD è quello di technicalseo.com, vedi il risultato qui sotto.
<script type="application/ld+json">
{
"@context": "https://schema.org/",
"@type": "WebSite",
"name": "Marco Guada",
"url": "https://marco-guada.com/",
"potentialAction": {
"@type": "SearchAction",
"target": "https://marco-guada.com/search?q={search_term_string}",
"query-input": "required name=search_term_string"
}
}
</script>

Google consiglia di utilizzare JSON-LD
Anche se il motore di ricerca di Mountain View supporto molteplici “schema”, quello più facile da utilizzare e che ha maggiori vantaggi è JSON-LD.
Prima di parlarne più nel dettaglio andiamo a vedere i suoi “predecessori” e gli altri tipi di schema più famosi.
Microdata è stato il metodo ufficiale di schema.org
Un famoso tipo di schema è Microdata. Questo è stato il metodo ufficiale di schema.org per inserire i dati strutturati nell’HTML ed è ancora tuttoggi efficace ma non è certamente facile e comprensibile come JSON-LD.
Questo tipo di schema si basava su itemscope, itemtype e itemprop.
RDFa è come microdata ma più flessibile e moderno
RDFa è come l’evoluzione di microdata ma con la possibilità di mescolare un po’ meglio il vocabolario e di invertire e cambiare le proprietà più facilmente. Il suo acronimo sta per Resource Description Framework in Attribute. Come scrittura è veramente simile a Microdata.
Scopri di più sulla differenza tra micordata e RDFa su stackoverflow.
JSON-LD è lo schema preferito e consigliato da Google stesso
JavaScript Object Notation for Linked Data, acronimo JSON-LD, si basa su Javascript come avrai capito e altro non è che un modo per inserire informazioni nella tua pagina riguardo al tipo di contenuto.
È definito il metodo più semplice anche per via del fatto che queste informazioni non devono essere inserite andrando a creare particolari wrap HTML per ogni individuale elemento, ma più semplicemente inserendo questi dati all’interno dell'<head>.
Quello che vedi qui è un esempio di JSON schema, in particolare come avrai capito questo è quello di Google e come tipologia di schema utilizza “Logo”. Trovi maggiori informazioni su questo tipo di JSON schema logo qui.
Prova anche ad esplorare la galleria di Google, oltre ai più famosi schema come article, event, book, product, recipe, in italiano articolo evento, libro, prodotto, ricetta, ne troverai tanti tanti altri.
Sono più di 30 quelli disponibili attualmente: ci sono molte possibilità quindi per strutturare i tuoi contenuti nel miglior modo possibile!

Ottimizza tutto: struttura, contenuti, immagini e codice!
Per migliorare il posizionamento del tuo sito, il consiglio più grande è quello di ottimizzare non solo il codice e gli elementi del codice come gli header sopra descritti, ma anche ottimizzare le immagini, sia a livello di attributi che di compressione, e la struttura e organizzazione del tuo sito e contenuti.
Andiamo a dare un’occhiata alle principali ragioni per ottimizzare e i metodi e strumenti: non sarai da solo, al tuo fianco ci saranno una serie di utili strumenti e articoli del nostro blog.
Come ottimizzare la struttura e l’organizzazione del tuo sito web
Utilizza il Topic Cluster Model, cura gli URL e gli SLUG dei tuoi contenuti, inserisci dei breadcrumbs per non far perdere i tuoi utenti e ricorda: utilizza un design semplice e che sia funzionale per l’utente, deve riuscire a trovare velocemente la risposta alle sue domande!
Organizza i contenuti con il Topic Cluster Model
Come ben saprai, la guerra per il posizionamento nelle SERP di Google è più che mai acceso e fare web marketing è diventato oggigiorno fondamentale. A meno che tu non abbia usato solo Google Ads e le pubblicità a pagamento saprai cos’è la ricerca organica e il Topic Cluster Model riguarda proprio questo: la ricerca organica e il content marketing.
Con il Topic Cluster Model andrai a focalizzare i tuoi sforzi sulla stesura di temi più ampi e sulla struttura e organizzazione dei contenuti, piuttosto che andare a mirare keywords lunghe e specifiche!
Grazie a questa struttura di navigazione a cluster così ben organizzata, funzionale e user friendly, i tuoi utenti saranno in grado di individuare le risposte alle proprie domande facilmente e velocemente e saranno in grado di trovare altri argomenti correlati a cui sono potenzialmente interessati con la stessa facilità.
La ricetta per un buon Topic Cluster Model è la seguente:
- pillar page
- content cluster
- link e collegamenti
Scopri di più su queste Pillar Page o Pagine Pilastro: Google si stia orientando su questo tipo di modello perché ha tanti vantaggi per gli utenti e la loro User Experience quanti per i motori di ricerca.
Un breadcrumb o breadcrumb trail, in italiano letteralmente briciole di pane, è un elemento di controllo grafico utilizzato come supporto alla navigazione nelle interfacce utente UI e nelle pagine web.
Con i Breadcrumb l’utente è in grado di tenere meglio traccia e mantenere la consapevolezza della sua posizioni all’interno del tuo sito web e non solo.
Questa “tecnica di navigazione” è utilizzata da sempre in programmi, documenti e UI di vario tipo, anche dai big.
Ad esempio, ho trovato questo Breadcrumb su Amazon mentre acquistavo le mie cuffie Soundcore q30 con tecnologia noise cancellation. Riesci a vedere dove si trova il breadcrumb sulla pagina di Amazon delle cuffie? Aspetta, provo ad aiutarti!

Cliccando su uno di quei piccoli breadcrumb, l’utente sarà in grado di risalire al contrario la gerarchia delle pagine e delle categorie grazie alla perfetta struttura e organizzazione dei contenuti su Amazon.
URL e slug sono mostrati nelle ricerche: è importante ottimizzarli
Creare e comporre url efficaci è un ottimo consiglio per migliorare la struttura del sito e agevolare il tuo posizionamento nelle SERP: non dimenticarti di questo aspetto perché è molto importante e può essere un elemento a tuo favore!
Non si tratta solo di inserire parole chiave pertinenti nello slug della pagina, ma di dare dare un’indicazione sul suo contenuto.
Ad esempio, se tu dovessi scrivere un articolo per migliorare il posizionamento locale per quanto riguarda uno dei tuoi servizi potresti pensare di orientarti ad un url e slug di questo tipo: https://marco-guada.com/sviluppatore-siti-web-trento
Non trovi che questo SLUG /sviluppatore-siti-web-trento sia molte volte meglio di un magari https://marco-guada.com/?p=6123
Uno slug ben creato e composto correttamente in base alla tematica e le parole chiavi, avrà senza dubbio un valore aggiuntivo per i motori di ricerca e per la SEO e non solo: i tuoi utenti insieme al title tag vedono anche lo slug che se ottimizzato renderà più chiaro il tema del tuo contenuto e saranno più invogliati a cliccare.
TOC – Table of Content per spezzare il tuo testo
Se stai scrivendo un post lungo, è molto importante migliorare e facilitare la navigazione del contenuto ai tuoi utenti. Pùo essere infatti che uno dei tuoi utenti stia cercando una risposta specifica sepolta da qualche parte nel post!
Ecco che arriva in tuo soccorso TOC acronimo di Table Of Contents, in italiano tavola dei contenuti o indice o sommario.
Ecco il solito ed efficace esempio del libro: proprio come un libro di grandi dimensioni diventa più facile da navigare con un indice o un sommario, anche i tuoi post e contenuti diventeranno più facile da navigare con l’inclusione di un sommario o tavola dei contenuti. Qui sotto trovi l’esempio del sommario del libro SEO per E-Commerce PRO di Valentino Mea, una lettura introduttiva che consigliata.

Migliora i tuoi contenuti tenendo a mente i tuoi utenti
Non è facile migliorare e ottimizare i tuoi contenuti, poche sono le ricette infatti per scrivere contenuti validi e interessanti!
Quello che è certo invece, è che gli utenti sono in grado di capire molto bene quando un contenuto è vero, genuino e affidabile. È solo grazie al passaparola e ai link di condivisione dei tuoi utenti che otterrai quella link equity e link juice tanto ambita.
Devi sviluppare il tuo sito web pensando ai cari utenti che lo visitano, alle difficoltà che potrebbero incontrare e le problematiche che potrebbero sorgere. Mentre fai questo cerca sempre di accertati che i tuoi snippet siano validi e non un agglomerato di parole chiave e basta.
Ripetiamo la regola: progettare in base all’esigenze degli utenti e avere un occhio di riguardo per i motori di ricerca. Questo senza alcun ombra di dubbio porterà degli effetti positivi!
Ottimizza per i tuoi utenti non per google
Cerca di capire gli interessi dei tuoi utenti
Quello che consigliamo è di cercare di pensare alle possibili query che uno dei tuoi utenti dovrebbe effettuare per trovare i tuoi contenuti, prova tu stesso a cercarti su Google come suggerito ad inizio guida.
Gli utenti più esperti su una determinata tematica potrebbero fare query molto specifiche a differenza di chi cerca informazioni per la prima volta che per mancanza di conoscenza tenderà a essere generico. Sta a te sfruttare quindi questa conoscenza prendendo di mira il target più giusto per te!
Stai pensando di chiedere aiuto ad un oroscopo? Non sudare freddo e non preoccuparti troppo: Google Analytics e Search Console (di cui parleremo sotto) sono tuoi alleati e potenti strumenti per l’analisi del traffico e dei tuoi utenti.
Aggiorna i tuoi contenuti periodicamente e continua a scrivere
Non solo devi continuare a scrivere per i tuoi utenit abituali o già esistenti, devi continuare a scrivere anche per portarne di nuovi e di interessati ai tuoi contenuti!
Oltre che scrivere cose nuove il consiglio di questo paragrafo è di aggiornare i contenuti esistenti periodicamente! Credi che la tua concorrenza stia lì ferma a guardare gli andamenti dei grafici? No, la tua concorrenza si muove veloce e genera contenuti, continua a revisionarne aggiungendo testi, immagini, form di lead generation e chi più ne ha più ne metta.
Quello che assolutamente non devi fare è riproporre e duplicare i contenuti già esistenti perchè oltre ad offrire un valore aggiunto pari a zero verrai penalizzato dai motori di ricerca che vedranno il tuo contenuto come duplicato.
Organizza in modo gerarchico con i tag corretti,
Come potresti mai scrivere un libro senza separarlo in capitoli, paragrafi e via dicendo?
Abbiamo già parlato sopra dell’importanza dei tag header <h1> <h2> <h3> e ancora un volta precisiamo che vanno usati con il nesting corretto! Immagina che disastro se i tuoi utenti non riuscissero a capire dove inizia e finisce un paragrafo o un argomento che tratti. Come farebbero mai a leggere quel bellissimo libro che è il tuo sito?
Ottimizza e comprimi le immagini (peso + attributi)
Comprimi le immagini e usa formati di nuova generazione come webp. Le immagini di dimensioni elevete hanno il brutto vizio di rallentare il caricamento delle pagine della tuo sitoweb e a volte, se il tempo di caricamento è troppo elevato, gli utenti cambiaranno pagina ancora prima di averla vista, che impazienti, eh? Il lazyload è nato per questo, in italiano si chiama caricamento differito o ritardato.
Come ottimizzare le immagini
La compressione lossy e la lossless sono due modi molto comuni e usati per comprimere le immagini. Un servizio che utilizzo molto spesso è shortpixel che offre vari tipi di compressione delle immagini: lossy, glossy, lossless (in ordine di compressione dal più compresso lossy a quello meno -> lossless).
Un’immagine compressa può occupare fino all’80% di spazio in meno rispetto all’originale
fai un test subito su shortpixel (free)

Per WordPress ci sono vari plugin come shortpixel
ShortPixel mette a disposizione anche un plugin per WordPress che ti permetterà di comprimere le immagini più facilmente o senza dover tornare indietro e comprimerle tutte.

Optimole, Imagify e Wp Smush sono altre ottime alternative al plugin di ShortPixel.
Testo alternativo, titolo immagine e nome del file
L’attributo alt fornisce del testo alternativo con informazioni aggiuntive sull’immagine ed è molto importante per gli utenti che utilizzano tecnologie per la disabilità come lettori di schermo o altro. Il testo alternativo viene anche utilizzato come anchor text nel caso l’immagine stessa venisse usata come link o collegamento a un’altra risorsa.
Il title text o titolo testuale dell’immagine, è un attributo utilizzato per fornire ulteriori dettagli e informazi sull’immagine. Per quel che riguarda le SERP e il ranking ha un ruolo minore ma è utile! Per scrivere un titolo funzionale usa una frase breve e diretta che sia un pò catchy.
Il nome del file o file name, serve a Google per capire meglio qual è il soggetto di un’immagine e se combini quest’ultimo con l’ottimizzazione di alt text e title text, aiuterai le immagini a classificarsi nella ricerca di immagini di Google.
Analizza il tuo traffico e i tuoi utenti con Google Analytics
Sono sicuro che avrai già sentito parlare di Google Analytics, è così famoso, soprattutto dopo le questioni legali sul trattamento dei dati all’estero del 2022!
Google Analytics è una piattaforma, anzi uno strumento, per collezionare dati, analizzarli e monitorare il traffico del tuo sito web. Puoi creare facilmente report e visualizzare i dati del traffico dei tuoi utenti con estrema facilità.
È uno strumento per la SEO
Google analytics è tanto popolare anche come strumento per capire le pagine contenuti che hanno bisogno di un ritocchino al SEO.
Ad esempio potresti pensare di creare un un report specifico per osservare quotidianamente le Page View e i Click delle pagina a cui arrivano i tuoi utenti, le cosiddette landing page!
Con Analytics puoi impostare anche delle notifiche per segnalarti magari delle variazioi insolite di traffico o il raggiungimento di qualche obbiettivo legato sempre ai parametri del traffico che GA monitora e analizza costantemente.
Monitora le prestazione del tuo sito con LightHouse e GTMetrix

Monitorare e analizzare tempi di caricamento nonché le performance del tuo sito web può sembrare una cosa scontata ma non lo è! Ci sono così tante best practices e tecniche da applicare che potremmo perdere il conto facilmente, per foruna Lighthouse di Google corre in nostro aiuto.
Se ci pensi bene, le performance sono fondamentali perché quando una pagina impiega troppo tempo a caricare, la prima cosa che facciamo e saltare al risultato successivo!
dal nostro articolo sull’importanza delle performance dei siti web
Chrome integra Lighthouse nel Dev Tools (premi F12)
Devi sapere che Lighthouse è open source ed integrato nel browser Google Chrome. Per accedervi da desktop è molto semplice:
- apri Chrome in incognito (così disabiliti estensioni e simuli una nuova visita)
- vai al sito o alla pagina interessata
- premi F12
- cerca la scheda “Lighthouse”
- in alto a sinistra troverai un piccolo simbolo +
Premendo “+” andrai ad eseguire un audit sulla pagina corrente e questo audit ti fornirà una serie di valori e punteggi non solo sulle performance, ma anche su accessibilità, SEO e tanto altro.
Questo audit è il tuo migliore amico: ti fornisce una TO DO LIST di quello che devi fare per migliorare e ottimizzare molti aspetti della pagina!

Se vuoi scoprire di più ti consigliamo di andare all’articolo su Google Developer.
Ricordati di Google Search Console
Ne abbiamo già parlato a inizio articolo ma per ricapitolare brevemente: è strumento che ti fornisce tutta una serie di utili parametri sui risultati di ricerca e sulle query effettuate su Google come numero di impressioni, click, CTR, posizione media, devices utilizzati, paesi e nazionalità, etc..
I tre moschettieri: Search Console, Analytics e Lighthouse
Ora che conosci i tre moschettieri, ovvero Google Search Console, Google Analytics e Google Lighthouse, ricordati davvero di utilizzarli! Questi strumenti sono molto più importanti e utili di tutti quei keyword finder che trovi in giro, per di più sono gratuiti.
Black hat SEO e White hat SEO
Abbiamo parlato dei metodi per ottimizzare le tue pagine al SEO e queste pratiche riconosciute e permesse rientrano nella categoria del White hat SEO. I motori di ricerca come Google però sono molto specifici anche riguardo ai principi e le pratiche che non dovresti usare per i contenuti e le pagine del tuo sito.
Le pratiche del Black hat SEO
Nell’articolo su Google Search Central vengono elencate specifiche pratiche da non seguire:
- Contenuti generati automaticamente il cui intento è manipolare i ranking di ricerca
- Partecipazione a schemi di link
- Creazione di pagine con contenuti originali scarsi o assenti
- Cloaking
- Comandi di reindirizzamento non ammessi
- Testo o link nascosti
- Pagine doorway
- Contenuti di altri siti
- Partecipazione a programmi di affiliazione senza apportare un sufficiente valore aggiunto
- Caricamento di pagine con parole chiave irrilevanti
- Creazione di pagine con comportamento dannoso, ad esempio di phishing o che installano virus, trojan o altro badware
- Uso illecito del markup dei dati strutturati
- Invio di query automatizzate a Google
Segnala a Google i contenuti spam, malware o link a pagamento
Su Google Search Central è presente una pagina per segnalare i contenuti che rienti siano spam, malware o link a pagamento che potrebbero non seguire l’etica e le regole che abbiamo indicato e approfondito in questa guida. Ecco il link alla pagina di segnalazione.
Qui invece un altro link utile su support.google.com per riportare contenuti che per qualche ragione credi che violino la legge o i tuoi diritti.
I due link sopra possono essere utili nel caso tu trovassi dei contenuti copiati dal tuo sito. Il modo più facile per farlo è tenere sotto controllo i back link che puntano alle tue pagine o post con qualche tool gratuito come il Backlink checker di Ahref.
Offri ai tuoi utenti un’esperienza sicura
Il numero di siti hackerati cresce di anno in anno e migliorare la sicurezza del tuo sito non è piú una questione di reputazione e immagine, a repentaglio ci sono anche i dati dei tuoi utenti!
Alcune delle tecniche più comuni per migliorare la sicurezza del tuo sito web sono:
- tenere aggiornato il tuo software e CMS;
- utilizzare password sicure;
- passare all’autenticazione a due fattori;
- utilizzare un WAF (Web Application Firewall)
Scopri di più riguardo questo punto con il nostro articolo sulla sicurezza per siti web e wordpress.
I see Earth!
Un piccolo passo per un uomo, un grande passo per un business.